L’essersi disvelato nel sublime consente all'essere d'essere l'eventuanza sublime dell'Ontopologia Del Dasein sublime, e non più solo l'ideale fenomeno dell'essere entità della bellezza ideale della purezza della transcendenza noumenica o epistemica o metafisica della bellezza dell’esserci, quale Metaphysik des Daseins. Lì il sublime Dasein si eventua nella sublatione sublime dall'Abgründ sublime quale eventuanza sublime della purezza della bellezza ideale, o eventuarsi del Dasein sublime. Nietzsche e prima di lui Leibniz idearono il nulla quale fondatezza estetica sia del fenomeno della bellezza sia della sublime bellezza: nihil est sine ratione, anche la purezza fenomenica della bellezza sublime. Niente è senza translogos o ideale o noumenico o epistemico, neanche l'essere dell'entità. Leibniz disvelò l'eventuarsi della bellezza sublime quale verità sublime che non si dà più come adaequatio rei et intellectus, ma quale disvelanza dell'essere transmonade sublime, quale svelatezza che eventui anche il fenomeno o il noumeno o l'epistemè dell’evidenza ideale dell’essere dell'entità. Tale sublime svelatezza è la verità sublime dell’essere sublime, o verità ontopologica sublime. Tra verità sublime ontologica dell'eventuanza dell'essere e verità ontica della bellezza ideale dell’ente si dà la differenza ontopologica sublime dell' essere. L’essere sublime si dà nell'eventuanza quale svelatezza che consenta la sublatione sublime. Lo svelarsi del sublime nella bellezza ideale fenomenica o noumenica epistemica dell’entità è l’essenza della fondatezza dell'essersi eventuanza sublime: lì c'è il non-ente, niente, nulla o verità sublime che si biforchi in ontica fenomenica ideale della purezza della bellezza e transcendenza ontopologica o transontologia sublime dell'eventuanza. La svelatezza, il mostrarsi o il manifestarsi dell'evento sublime nella bellezza ideale è consentita dall'abnegarsi sublime della differenza transontologica della sublatione sublime: quell'eventuanza è la fondatezza della differenza ontopologica quale trascendenza sublime della sublatione dell’esserci. L’esserci è l'eventuanza sublime della trascendenza, l’esserci trascende, perché mai si adegua all’entità, ma l' eventua nella sublatione o nella svelatezza dell'essere sublime nella bellezza. La trascendenza ontopologica è il sublime nella bellezza: trascendenza o sublatione sublime dell'essere che si dà oltre, aldilà ed al di sopra, oltrepassa la fenomenica bellezza. È trascendenza sublime cioè sublatione sublime che trascende la bellezza ideale, oltrepassa il fenomeno della purezza della bellezza. L’esserci sublime si eventua nella trascendenza sublime come essere-sublime-nel-mondo, o essere sublime nella purezza e bellezza della mondità. La sublazione sublime nel trascendere progetta il mondo sublime: è archegeta dell'ontopologia sublime. Solo il pro-getto sublime che si dà oltre l’entità consente all’entità di mostrarsi sublime o manifestarsi o abnegarsi come sublime nella bellezza o archegeta dell'ontopologia sublime. L’accadere dell'eventuanza sublime progetta l'aldilà sublime, l' oltre entità, quale sublime dell’essere dell’esserci sublime, o sublatione sublime dell’essere-nel-mondo-sublime: l’esserci trascende la sublatione sublime nel suo essere morfogenesi sublime del mondo, archegeta dell'ontopologia sublime. L’oltrebellezza ideale fenomenica, l'aldilà della sublatione sublime verso la mondità è la libertà sublime dell'essersi, è la transcendenza sublime in sè per sé, è la libertà della sublatione sublime quale libertà in transinfinitezza. Se così non fosse la libertà sarebbe solo la libertà ideale fenomenica o noumenica epistemica. La libertà sublime della transcendenza è traninfinitezza sublime della sublatione della transfinitezza, quale transcendenza autopoietica dell’in-vista-di, l’esserci sublime si dà nell’eventuanza sublime della transinfinitezza, cioè nell'essere sublime in se stesso o libertà sublime dell'evento della transfinitezza sublime. Solo la libertà sublime può eventuare l’esserci sublime nell'eventuarsi mondo sublime o quale archegeta dell'ontopologia sublime, nell'abnegarsi e mostrarsi transfinitezza sublime. Il mondo non è mai in sè sublime, ma si dà o si eventua quale mondità sublime, perché l’esserci sublime, nella sua trascendenza sublime è l'eventuanza della libertà sublime, l’esserci sublime può pro-gettare il sublime davanti a sé, e così una mondità sublime quale eventuarsi dell'essere sublime transfinitezza o essere archegeta dell'ontopologia sublime. Nella libertà sublime c'è l’origininale epigenesi della fondatezza sublime, o ontopologia sublime dell'archegeta. La libertà sublime è libertà della sublime fondatezza, quale eventuanza della fondatezza s-fondata, quale eventuarsi sublime dall' abisso sublime, o sublime Ab-grund quale fondale della transinfinitezza del nulla sublime o essere sublime dell’esserci transfinitezza Sublime del Dasein. Platone ideò l' evidenza della bellezza nell'essere dell'ente o suo fenomeno o noumeno epistemico, ma quando nell'angoscia si eventua o si evoca il nulla l’esserci è in transcendenza sublime o sublatione sublime della transfinitezza. Come interpretare allora l'eventuarsi del nulla sublime, o il niente sublime abissale excstatico della transinfinitezza? Il non-essere sublime in sublatione excstatca è inaudibile, indicibile, indecidibile,impensabile transinfinitezza asimmetria o supersimmetrica o transimmetrica angosciosa possibilità del nulla sublime nella sublime transcendenza dell’esserci transfinitezza in excstasi Sublime. L’aletheia sublime del nulla sublime è la divelatezza della verità sublime della transinfinitezza, o la sublatione sublime della transfinitezza sublime quale nulla sublime, non-ente sublime, niente sublime, Dasein sublime del nulla abissale. Lì la verità sublime o sublime svelatezza è velatezza dell'excstasi abissale o nulla o niente, ed è non-svelatezza o non-verità autentica dell’essenza della verità ma nella transfinitezza della disvelanza in sublatione sublime. Nel velamento dell’entità, quale fenomeno ideale della bellezza si dà il mistero dell'eventuanza della sublatione sublime. L’esserci sublime cura e custodisce l'evento sublime dal nulla o dal niente o dalla bellezza ideale fenomenica, o dalla non-svelatezza o dalla non-verità autentica del non-ente. L’autentico evento sublime o della verità sublime è il mistero sublime della transinfinitezza. La non-verità è la naufraganza o l'erranza abissale, o l'abnegarsi dell'Essere nell'entità fenomenale della bellezza ideale. Ma quale evento sublime si dà nella verità quando nella verità si coniughi svelatezza e non-svelatezza? Che verità c'è nell'eventuanza della bellezza ideale fenomenica intrisa di sublatione sublime, o del nulla abissale denso e pregnante di eventi dell'essersi? Lì il Dasein sublime si eventua quale differenza transontologica della transinfinitezza, o come abissalità tragica del sublime Dasein o excstatico Ereignis sublime o Ereignis della transinfinitezza del nulla abissale: Eregnis sublime dell' Eregnis excstatico abissale. Eraclito svelò la sublatione sublime quale archegete dell'ontopologia sublime. Hölderlin disvelò in Eraclito la sublatione sublime dell’ontopologia del sublime. Hölderlin eventuò il sublime nel mistero o nell'enigma, o nel Perché c’è il sublime e non piuttosto l'ideale bellezza fenomenica, o noumenica epistemica, o il niente o il nulla? O perchè si dà l'evento della sublatione sublime dell'aldilà: solo per decostruire la bellezza ideale fenomenica e superarla? Leibniz e Schelling idearono il mistero o l'enigma: perchè c'è il nulla sublime o il sublime nulla o il nulla afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico? Perchè c'è l’angoscia sublime o la sublime angoscia del nulla? Esistono eventi sublimi, o anche fenomeni originali, che sfuggono alla comprensione categoriale, o analitica dell’esserci o del niente o del nulla. Le categorie sono adeguate solo per la bellezza fenomenica dell’entità mondana, non per l’esserci sublime o il nulla sublime afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico. Essere il nulla sublime o essere sublime del nulla, ecco l'eventuanza ancora indicibile, o indicibile o inaudida o transonanza dell'eventuanza transmitica archegeta Kalypso. L’essere sublime del nulla sublime è sempre un evento sublime e giammai un fenomeno o un moumeno, è l’eventuarsi sublime del Sich-Ereignen, dell’essere eventuanza sublime del nulla sublime afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico. Solo quella sublatione abissale sublime consente all’esserci di ergersi aldilà, o oltre la bellezza ideale fenomenica dell’entità. Hölderlin ideò l'interpretanza sublime. Non si è più nella vivenza sublimi, bensì è il sublime che c'è nella vivenza ad eventuare la sublatione sublime, è il sublime che c'è nel nulla che si eventui quale nichilismo o decostruzione o sublatione sublime della bellezza ideale fenomenica. 34 Hölderlin eventuò il sublime nel mito o sublime poesia tragica per la disvelanza ontopologica o Sublime transpoiesis tragica nel mythos, quale cura della verità o sublime inlatenza della verità sublime dell’ Essere archegete dell'ontopologia sublime: nel mito sublime tragico si è stabilito o vi abita poeticamente l’esserci del Sublime o dell’abisso tragico. Hölderlin non disvelò più principi o idee della bellezza o priorità o fenomena o noumeni epistemici ermeneutici quali paradigmi dell' essere, ma l'esserci sublime stesso o la singolarità della transinfinitezza quale eventuarsi sublime dell’essere, o il suo movimento o muoversi nel mostrarsi sublime, o manifestarsi e abnegarsi o sottrarsi o annientarsi o annichilirsi nella sublime differenza ontopologica. Hölderlin eventuò l’apparenza dell’essere sublime, la sua transtabile progettanza che non solo si dà sempre in sorgenza sublime, ma cura e custodisce la sublatione sublime nella sua stabilità o transtabilità sublime: essere sublime significa sublatione dell'ontopologia dell'archegete o è l'eventuarsi della stabilità strutturale sublime, o stabilità strutturale ontopologica o la transtabilità sublime della katastrofè sublime. L’essere archegete dell'ontopologia è l’essere sublime oltre o al di là delL’apparenza e dell’evidenza fenomenica ideale: l’essere sublime archegete si eventua aldilà del nascondersi nella latenza della bellezza ideale dell'entità, si dà quale sublime non-latenza o quale sublime stabilità strutturale ontopologica in luce che si dà alla luce, o è transtabilità ontopologica della non-latenza o splendezza sublime. Hölderlin è l'archegete dallo sguardo più profondo e abissale sublatione sublime. Hölderlin è l'archegete ontopologico che si getta excstaticamente nell’abisso dell’essere sublime, o nella tragedia sublime dell’essere, lì il principio è la fine, la transtabilità è l'abissalità, l'archè è la transinfinitezza, la bellezza è il sublime, la vivenza è l'essere per la morte sublime. L’essere sublime è l'eventuanza dell'aldilà, dell'oltreparenza, sublatione e sublime evento dell'oltrebellezza fenomenica ideale, transtabilità strutturale ontopologica dell'eventuarsi sublime nella bellezza, è il mostrarsi o l'abnegarsi o manifestarsi dell’essere sublime nella bellezza, è l'instabilità strutturale ontopologica della katastrofè sublime. L’essere sublime si eventua nella bellezza ideale fenomenica e quella sublatione sublime è l’evento sublime o il mostrarsi, o l'abnegarsi o il manifestarsi della transpoiesis sublime, quale pensiero poetante del sublime o poesia pensante del sublime o tragedia sublime, o instabilità strutturale abissale o indeterminatezza ontopologica del sublime dispiegarsi della differenza ontopologica sublime. Hölderlin è l'archegete ontopologico che apre e si apre al sublime, è l'epigenesi del pensiero poetante sublime o la transtabilità sublime della sublatione sublime, o la nuova eventuanza sublime della svelatezza della verità quale Ereignis sublime, o evento sublime della verità dell’essere. Hölderlin è l'archegete ontopologico dell’Eregnis sublime, è la storia dell’essere sublime quale destinanza sublime dell’angoscia excstatica sublime. L’ascolto della transonanza sublime dell’essere sublime è la sublatione sublime dell’onto-topologia dell'essere sublime, è lo sprofondare abissale nel sublime dell’essere aldilà o oltre l’oblio del sublime per eventuarsi transoblio sublatione della bellezza ideale fenomenica o evento sublime dell’essere-mondo-ontopologico della transinfinitezza. 35 Hölderlin è l'archegete della sublime transontologia della differenza. Differenza transontologica è la sublatione dell'evento dell’essere sublime dall’entità ideale fenomenica o noumenica epistemica. Di quale evento sublime ontopologico si tratta? La verità sublime è il mostrarsi, abnegarsi, manifestarsi dell'excstasi della transinfinitezza dell’essere. Hölderlin è l'archegeta dell' eristica ontopologica sublime dell'ontopologia sublime della dea Eris che si eventui quale nullo fondamento o non-fondamento o fondatezza abissale del sublime, l’essere sublime nel nulla sublime afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico, o eristica ontopologica dell'essere sublime nulla sublime. Il sublime si eventua anche nel nulla, sull’abissale fondatezza, anzi il sublime è il nullo fondamento dell'essersi o la dismisura del nulla o del niente quale eventuanza del sublime. Perciò c'è il sublime piuttosto che il nulla, quale differenza ontopologica che si dà al di là di tutte le differenze del niente, o della bellezza ideale fenomenica o noumenica epistemica, tale da eclissare tutti i fenomena. Per l'archegete Hölderlin l’essere è la sublime dinamica della differenza ontopologica sublime che si dà quale sublatione sublime della transinfinitezza, l’essere eventuanza sprofonda nell'Essere sublime, l’essere è il dispiegarsi della differenza sublime nel pensiero poetante sublime: è il transoblio o sublatione sublime dell’essere. Hölderlin è l’evento sublime del tragico nulla o evento sublime del nulla afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico, o l'eventuarsi della verità sublime quale aletheia sublime del nulla, o non-verità della non-entità. Il sublime Ge-Stell l'archegete dell'evento è l’essere sublatione sublime ontopologica del sublime. Tr@nsestetic@ excst@tic@ Il sublime dilata le transmittenze del cuore in sistole e diastole, eventuanza e abneganza, si concentra nell'attenzione della transtabilità ontopologica e nella transtensione o transvidenza. È stancante: è la transestetica sublime o transplendenza sublime o transluccicanza sublime o risplendezza o transrisplendezza sublime o splendenza della transvidenza sublime dell'eventuanza. La bellezza discioglie la transpurezza dell'anima : si percepisce una differenza transfenomenica o una incongruenza transpaziale nella transestetica, presente nell'epigenesi longiniana del sublime, ma non ancora una differenza noumenica nella transbellezza o nel sublime. Qui il sentimento o la transintenzionalità sublime consiste in una vibrazione o alternazione alternanza rapida dei sensi, o alterità o alterezza o splendenza o splendezza dell'esserci. Il dinamicamente sublime o dynon o phyon o splendezza sublime è simile alla transpotenza transdinamica o transmorfia transevidente in natura irresistibile e terribile, ma se si è al sicuro, si rimane disinteressati e perciò non c'è più un ob-getto o gegenstand che incuti paure. Dio è terribile ma l'uomo non ha paura. Anzi solo la dea del sublime quale ultima Dea o ultima degli dei ci può salvare, o solo il sublime o la splendenza sublime salverà il mondo. Quella è la differenza: il sublime è il coraggio della transpurezza dell'anima e consente la transevidenza della transtabilità transepistemica, ma solo perchè c'è l'alterezza dell'esserci o l'evento della splendezza della transvidenza sublime. La natura è sublime perché eleva, innalza l'evidenza ideale all'esposizione eccelsa o la svela nell'eventuarsi della transplendenza o transplendezza, là ove l' esserci è l'unico capace di comprendere o transvedere la sublimità, anche al di sopra della stessa natura, quale sublimità transautentica che si sveli nell'eventuarsi della libertà transestetica dell'alterezza o nella splendenza sublime. Tale libertà è l'eventuanza al di là della natura: interagenza intima tra il sublime o il dinamicamente sublime, è l'ontopologia della libertà. C'è sublime quale libertà che trascenda la natura, o sublatione sublime dell'eventuanza ontopologica. Il sublime dell'evento sublime o la transvedenza della sublimità, la sublime transpurezza, il dinamicamente sublime è sempre in transrelatività o in transevidenza transkategorica o in interagenza o transagenza con la libertà. 37 E' la problematica della transdifferenza transkategorica tra il matematico sublime e il dinamicamente sublime, o della differenza analitica tra la transbellezza e il sublime:entrambi esigono l'inclinazione o il klinamen o la transevidenza del trans-essere e la transensibilità del piacevole; il trans-essere è pensato nella transpurezza della transvivenza o l'analitica della transbellezza della natura interessante la transmorfia della transevidenza o la forma del transente, che esiste che c'è, che si dà quale esserci o dasein-analytik. Il sublime invece si trova di fronte un gegenstand, sempre non-ente o transente infinito o transinfinito o transentità abissale senza-fine, senza fondo, un ni-ente, un nulla afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico, un essere eventuanza che viene in-contro quale transente informale, l'infinitezza o l'evento della transinfinitezza, o la completezza transkategorica della transmonade o dell'arkè o della transingolarità infinitesima nel suo subliminare ed infinitamente irreversibile apeiron, nell'essere sempre senza fine e senza un fine o un transtelos, lì è in interagenza la piacevolezza del trans-essere con la qualità o in transagenza transevidente, o la quantità kolossale e magnanima e perciò alta e nobile quale eccellenza o quale alterezza o quale transevidenza della transplendenza sublime dell'evento sublime. Nell'analitica della transbellezza c'è la seducenza quale attrazione transfenomenica, senza la presenza di una immagine quale transevidenza seducente; la transestetica transexcstatica sublime invece è presente immediatamente nell'evento quale compresenza di immagine pensante o come emozione o transintenzionalità della transevidenza ideale dell' esserci o del non ente, niente, nulla afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico, sacra superentità divina, incongruente e incompatibile con le attrazioni e con la seducenza, anzi prossima al timore e all'angoscia. L'esserci lì si concentra non soltanto in presenza transtabile del transente, ma è sospinto al di là , tanto da non afferrare o percepire la completezza transkategorica dell'arkè o la transevidenza ideale, quale transingolarità dell'apeiron e per-ciò incapace nel concentrarsi con il trans-essere, o una desideranza, ed allora si transevidenzia quale transenso, contrastante, di ammirazione o tensione o attenzione, quale desideranza anche negativa, o non desideranza o dispiacere o timore o tremore o paura ed angoscia. La differenza più importante e più transevidente, sempre transfenomenica o transkategorica , è quella dell'analitica del sublime o della transbellezza dell'esserci o dasein-analytik : qui il sublime si pensa quale transensibilità che si esprima nella sensibilità transestetica, la quale non desidera concentrarsi in una transevidenza transideale o non si possa sacrificare nell'evidente: il visibile si concentranella bellezza come se ci fosse insistenza dello stesso ob-getto o intenzionalità transevidente ideale, la transpurezza desidera un'armonia della transevidenza ideale e completezza fra il principio e l'inclinazione,perché tutta la transtensione o l'attenzione si trans-getti, giacchè si transente ancora in incompletezza,quale virtù non perfetta:svelare la transevidenza del sublime nella transbellezza è il concentrarsi della transbellezza filosofica o transofia. 38 Infinitezza sublime, o sublime transinfinitezza dell'eventuanza sublime dell'essere che si dà oltre o al di sopra o al di là della bellezza ideale fenomenica, lì la verità sublime si dà al di là quale eventuanza dell'essere sublime ontopologica. L'eccedenza dell'evento sublime è la verità nella sua infinitezza o è la paradossalità sublime dell'essere. Schelling ideò una transcendenza sublime al di là dello spazio e del tempo, quale sublatione sublime della bellezza fenomenica. Quale analisi della tragedia nella Poetica, in transalienze o transpregnanze della tragedia, come nell'esperienza di paure e compassioni che si concentrino in catarsi delle emozioni. Aristotele appare ob-scuro nello svelare la transevidenza catartica. C'è la bellezza transevidente ideale e c'è la bellezza-sublime o plotiniana, due eventi della transingolarità in continuità: la transbellezza è leggerezza in equilibrio transtabile, è una qualità debolmente decorativa . Nell'alterezza c'è la più ob-scura bellezza-sublime o transarmonia afenomenica eraklitiana, la quale si dispiega in profondità sublime o dynon o phyon e verità, o transbellezza sublime o evento splendezza. La differenza tra le due estremità, o meglio la differenza tra i due spazi ontopologici che si incontrino come in un nastro di Mo@bius, svela l'analitica della transbellezza dell'esserci: se un fiore, un tramonto, un poema, un dipinto, o un brano musicale: qualsiasi bellezza possa essere transvisibile anche come bellezza sublime, o se sia adeguata alla transfenomenica ermeneutica. Il differenziale nel continuo è evidente nella consapevolezza dell'analitica transfenomenica del sublime, nella bellezza o della transbellezza nel sublime, quale evento sublime della splendenza. La transfenomenica ermeneutica della transbellezza è ontopologicamente connessa con la profondità e la verità, l'abisso e la svelatezza, e non è una transbellezza che si adegui nelle transcategorie della transbellezza quale evento della sublime-bellezza. L'analitica del sublime eventua una complessità della transbellezza. L'analitica della transestetica del sublime si evidenzia o emerge come una più complessa ermeneutica della transbellezza, quale transbellezza filosofica o transofia o trascendenza o sublatione della transbellezza o sublime bellezza. Quella interpretanza dell'analisi della transbellezza connessa con i commenti di Aristotele sulla tragedia possono delineare l'emergere di un nuovo transparadigma. Nell'Analitica si distingue il sublime dalla bellezza transfenomenica: è bella la bellezza modello in un ob-getto, quale evidenza ideale o principio di pensiero nell'ob-getto, senza che l'ob-getto stesso abbia utilità. Qualcosa è nella sua evidenza ideale bella, in contrastanza ad utile, ma l'ob-getto in sè è inutile, è disinteressante categoricamente, mentre dà il piacere. Un fiore è bello per la sua evidente organicità, la sua simmetria i suoi colori come evidenze ideali utili in un transente, ma la transentità è essenzialmente inutile: così si pensò la transbellezza senza telos. 39 Il sublime in contrastanza ontopologica è l'epigenesi dell'eristica excstatica. È l'evento aldilà del transfenomeno ideale intuente, o è l'oltre il comprendere apprensivo che incontri qualche transentità evidente che non si possa razionalizzare o contenere, o quando non si possa determinare una epigenesi o principio di organicità che delimiti la transentità, giacché non si possano determinare i limiti o confini all'entità quale ob-getto sublime, o evento sublime della transinfinitezza. Nè si possano determinare i limiti del transente che si sveli da sè, perché quell'entità, quale gegenstand, sfida l'evidenza ideale o i poteri di presenza dell'evidente idea, e quel nesso tra la prote philosophia o ontologia fondamentale e la theologike episteme o metaontologia o anche il translogos del concentrarsi delle ontologie regionali, quale interagenza tra prote philosophia e theologike episteme, o tra ontologia fondamentale e metaontologia. Heidegger non dispiegò mai quella che si svelò essere la metaontologia sublime, ma lì c'è l'epigenesi o l' Ereignis sublime o l’essere-sublime-eventuanza. Già nel concetto aristotelico di physis c'è in essere il sublime dinamico, quale dynon o evento che si inabissa o si sottrae senza fine e si sublima nel transinfinito. Che cosa sono i physei onta? Sono quegli enti che hanno in sé il principio del movimento o la dynamis sublime, o la transintenzionalità ontologica sublime heideggeriana della physis o physei onta che si sublimano dinamicamente, quale eterna presenza o evidenza ideale della transmonade in epigenesi del movimento, tant'è che l’essere-sublime-eventuanza si transgetti in una ontologia regionale, o nella transestetica estatica dell’evento sublime: nullo fondamento di una nullità sublime incompatibile con la bellezza ideale fenomenica, incongruente come il più grande quasi infinito, apparirà così il sublime quale grande terrore e stupore; eventi sublimi e varietà d'evidenze possibili o idee con più alterezza di quella bellezza fatale, quale aspetto maestoso! Lei transporta una dea, e lei guarda una regina. Ecco una parola che non svelò alcun particolare della bellezza; nulla o alcuna evidenza ideale della personalità; nessuno ha detto una parola in evidenza ideale o immagina brillanti colori, o immagina la fragranza di una rosa, immagina l' origine della sublymanza, nel senso della sublyme-bellezza: il costruire un tempio di Zeus, oppure la svelatezza ab-scissa, ovvero il portare-in-elevatezza una statua di Apollo quale ontopologia dell'archegete, o il portare in scena una tragedia sublime, non è soltanto l’alterezza di una splendezza o sublymanza in quanto alterezza: è mitopoiesis o transpoiesis sublime. Consacrare per l'@rchegete è mitopoiesis sublime quale sacralità ontopologica, nel senso che nell’offerenza del sublyme il sacro viene svelato in splendenza o ciò che è sacro è il Dio che viene cercato nella svelatezza della sua vivenza, o nell'eventuanza in excstasi, dentro la disvelatezza della sua presenza. Alla mitopoiesis o transpoiesis sublime o splendezza del Dio, quale Divinità e splendenza in evidenza ideale svelata nella sublyme-bellezza, non accanto o dietro alle quali ci sia il Dio, bensì la splendenza evidente, si dà la presenza sublime transplendente. 40 Ogni evidenza ideale nel senso dell’alterezza mitopoietica o transpoiesis è sempre ab-scissa eventuata, quale modalità di evidenza adeguata nel progetto o situarsi e mostrarsi nell' imago-statua, dicibile e decidibile nel translogos, o concentrarsi della transinfinitezza nella transmonade. All’inverso una evidenza ideale adeguata e un situarsi e mostrarsi non sono già una disposizione nel transenso dell’alterezza che pone-in-transgettatezza; infatti, si evidenzia il sublime da erigere, da disporre, che possieda già in sé il modello essenziale del disporre, sia cioè se stesso, in ciò che sia la sua transonanza sublime. Ma in che modo si raccoglie o si concentri la transonanza sublime autentica, che dispieghi l'ab-scindere e l'eventuarsi dell’essere-sublime? Di più, ove si evidenzi idealmente la metaontologia o metontologia, o transontologia sublime? La meta-ontologica è la transontologia dell'ontologia o della transepistemica, o della transestetica quali capacità di comprendere gli eventi sublimi dell'essere, non solo i fenomeni o i noumeni: o è una metaontologia o transontologica delle singole ontologie o una teoria ontologica in un’altra. Il metaontologico consiste nella costruzione e decostruzione o transdecostruzione della transontologia delle ontologie come con la sublation del rasoio di Ockham: si evidenzia la descrizione della transontologia sublime quali “distanze sublimi” o “buchi sublimi” o “eventi sublimi”, strutture transontologiche sublimi inerenti al sublime. Ma c’è anche una transontologia sublime delle transmonadi e dei transarithmoi, teoria ideata da Platone e lanciata da Aristotele, è stata dispiegata o evidenziata idealmente o sviluppata in una ontologia sublime della matematica sublime in Platone e Aristotele: i numeri sublimi o tutte le singolarità sono ontologicamente duplex, giacchè sono il translogos il situarsi e mostrarsi o la ri-unione di ciò che è distinto e distingue ciò che è unito. La transmonade è ciò che riunifica una molteplicità, o è il situarsi e mostrarsi della transinfinitezza nella transingolarità, il molteplice che si kripta o situa per mostrarsi nella sublimità numerica o nell'aritmos, ed è anche ciò che individua-isola la singolarità nel molteplice. Si è immersi nella ormai mitica distinzione tra uno-tutto, o il tutto situato e mostrato nell'uno o il transinfinito nella transmonade o l'apeiron nell'archè, quale transingolorarità che differenziò la sublime transinfinitezza nella transmonade, o l'apeiron nel transarchè. Ora c'è l'ontopologia sublime, l'@rchegete eventua l'endemonade dalla molteplicità nei due sensi, c'è un solo nome per una complessità eterogenea, c'è qui la connessione tra transontologia sublime e ontologie: essere, numero e transestetica sublime. C'è già nella classicità dell'@rchegete che lo on debba situarsi e mostrarsi quale en, ancora ermeneuticamente da svelare! Già, che cos'è l'essere sublime o l'evento dell'essere sublime? 41 L’essere sublime è l’essere evento sublime dell'ontopologia dell'archegeta, giammai del fenomeno ideale o noumenico epistemico: se c’è l’essere sublime dell'evento ontopologico, non può più esserci solo il fenomeno della bellezza ideale. Il sublime evento dell'essere è indicibile o dicibile solo nell'infinitezza sublime. Già Platone ideò l’essere evidenza della bellezza o l’essere potenza dinamica o l’essere fenomeno noumenico o l’essere spaziotemporalità kosmica, ma l’esserci categorico frantumò quell'armonia transestetica ontoteologica. Brentano svelò nella dynamis il movimento frattale dei fenomena frammentati: lì c'è l'intenzionalità di un Essere che attrae, l’essere attratte dalla purezza dell'armonia e perfezione della bellezza consentì ai fenomeni dell’Essere infinito di Esserci. II pensiero che è pensiero per sé, ha come oggetto ciò che è di per sé la purezza della bellezza, se è ciò che c’è di più esteticamente bello il suo pensiero è pensiero di pensiero della bellezza fenomenica ideale o noumenica epistemica. Aristotele ideò così la Metafisica della bellezza, senza immaginare d'aver eventuato la dynamis sublime dell’essere, per l’ontologia fondamentale c'è finalmente il nesso tra sublime e matematica sublime o dinamica sublime. L'eventuanza ontopologica dell'archegete Heidegger è l'unica transontologia sublime metaontologica, Heidegger ideò esclusivamente la metaontologia sublime: ovvero la transontologia sublime dell’ontopologia. Si sa che la problematica metaontologica dell'archegete Heidegger introdusse per primo la sublime metaontologia, quale sublime metontologia per precisare e distinguere l' ontologia fondamentale dalla metafisica: già nel Sein und Zeit distinse le ontologie regionali, i fenomena ontologici di ciascuna scienza, e l’ontologia fondamentale,o la transontologia del transenso transestetico dell’essere, quale priorità o premessa o fondamento delle ontologie regionali fenomeniche anche estetiche. Heidegger transobliò in sublatione le problematiche di fondazione delle scienze o delle estetiche nelle transestetiche e tranepistemiche ontologiche. Heidegger chiarì che ci sia all’interno della metafisica una distinta o una differenza ontologica sia transestetica sia transepistemica dell’ontologia fondamentale, connessa transontologicamente alle ontologie scientifiche fenomeniche o noumeniche regionali: è il transoblio o sublatione della metaontologia. La metaontologia dell'@rchegete Heidegger è precisamente quella transontologia sublime che eventua le relazioni con le ontologie regionali fenomeniche della scienza e dell'estetica, a rigore la metaontologia e non l’ontologia è la sublime transontologia che sveli le problematiche ontologiche della scienza, le problematiche dell'estetica o della transestetica o della transepistemica e che cosa è o sia la metaontologia o il nesso tra ontologia e metaontologia, quale transontologia sublime dell’essere o la transestetica dell' essere transontologico. 42 Ma la comprensione ontologica è possible solo con la problematica transontologica sublime, come metaontologia. Con metaontologia l'archegete Heidegger ideò il “capovolgimento” o metabolé sublime dell’ontologia dell’essere sublime, solo così la metaontologia si svela quale transontologia sublime dell'ontologia fondamentale, quale insieme di fondazione ed elaborazione dell’ontologia della sublime transtemporalità heideggeriana meta-ontologica o transcendenza metaontologica sublime. Heidegger transobliò quale sublatione dalla metafisica classica la metaontologia e le transepistemiche o transestetiche, quali transontologie sublimi metaontologiche dell’essere: la metaontologia svelò l'archegete Heidegger non è una semplice scienza ontica induttiva, o una semplice sintesi kategorica kantiana che racchiuda i risultati delle singole scienze, quello che si divide apparentemente tra diverse ‘discipline’ e etichette è una sola epistemica ontologica sublime, così come la differenza ontologica è il fenomeno o meglio l'evento originario dell’esistenza metaontologica dell’essere, quale nesso tra ontopologia e matematica sublime o l’essere una singolarità transublime. Heidegger disvelò la sublatione sublime della transontologia o metaontologia con il pensiero di “oltrepassare la metafisica”, o svelare la sublazione della metafisica, o l’ontologia della presenza fenomenica e noumenica quale sublime sublatione transestetica e transepistemica meta-ontologica, o sublime transontologica transtemporale o transpaziale heideggeriana, quale transdecostruzione della metafisica, o dell’“oltrepassamento della metafisica”. Heidegger transobliò quale sublatione la connessione tra ontologia e scienze specifiche, ontologia fondamentale e transestetica e transepistemica, ma la metaontologia è ancora nell'indeterminatezza ermeneutica, forse perché la sublime metaontologica è la bellezza ob-scura del sublime heideggeriano. Heidegger transobliò quale sublatione l'ontologia fondamentale con la differenza transontologica sublime tra ontologia e metafisica, o transcronia e transtopia o ontocronia e ontopia quali transontologia sublime dell’essere in transenso meta-ontologico. Heidegger distinse sempre l’ontologia dalla meta-ontologia, l’ontologia esistente e presente, sull’essere in quanto essere nella sua trascendenza ontologica o dell’essere in transvisione dell’essere stesso o nella transontologia squisitamente matematica sublime dell’essere che si dà nell'esserci o nel discreto dei fenomena o noumena, quale Essere matematica sublime o transpazialità dell’apertura dell’essere transLichtung sublime, quale transradura della transpaziotemporalità sublime. La sublymanza è in sé una ab-scissa nella quale un mondo viene svelato dall'archegeta o in dinamica excstatica e, in quanto svelato, gettato in ab-scissa. Ma che cos’è un evento-sublime-nel-mondo? Ciò si eventua nella sublatione sublime: il mondo non è l’insieme delle cose-aderenze sussistenti in quanto risultato di un’enumerazione, eseguita in dettaglio o anche solo pensata, o fenomena o noumena. Il mondo mondifica e svela l'esserci sublime quale disvelanza, abneganza, dispieganza, prossimità, ampiezza e angoscia di ogni @rchegete. 43 Quell'eventuanza sublime non viene mai incontro come oggetto, ma in sublatione o è il gegestand in sublatione sublime, trattiene excstatizzati la transpoiesis dell'@rchegete entro una transonanza, dai quali la grazia che chiama con un cenno e la sciagura che si abbatte con un colpo, proprie degli Dèi, hanno il loro evento o il restare-assente, quell'abnegarsi o eventuarsi è una modalità del sublime in cui il mondo mondifica quale sublatione sublime. Quei fenomena possono soccombere al disordine ed essere così un non-mondo: sia mondo o non-mondo, in ogni inoggettualità, più essente di qualsiasi delle cose sussistenti e sussunte, nelle quali, in modo conforme alla quotidianità, si crede d'essere di casa. Il mondo, però, è sempre l'indicibile; nel senso di in-contrastante o contrastanza. Ora, il mondo è ciò che il sublyme es-pone, cioè si eventua, e-rompe in sublatione e dispiega la svelatezza in transtabilità sublime, nella dimora sublime mondificante. Extra-ponendo la sublatione sublyme essenziale della svelatezza-di-mondo l'@rchegete disvela un vuoto sublime, o un nulla sublime excstatico quale essere-capace, e forse provoca persino una qualche impressione fenomenica ideale. Mentre il sublyme in transonanza, libera e custodisce e cura un mondo, è in ekstasy quella sublatione che si dà oltre il sussistente: l'indicibile si dà in singolarità nella quale l'abneganza sublyme si disvela, in virtù dell' ekstasy sublime riesce ad ergersi-fuori nella svelatezza, e di pro-curarsi la dimensione di sublatione sublyme. Mentre il sublyme eventua il mondo nella transonanza, crea se stesso, o la transpazilità ontopologica che situa e mostra da sè, il luogo nel quale giunge in excstasy l'@rchegete, nel sito-alterezza della sublatione sublime. L'ab-scissa come sublatione sublime o alterezza excstatika consacrante si dà quale fondatezza sublime della transinfinitezza, come disvelata libertà sublime della mondità. Quella eventuanza può sottrarsi o abnegarsi nell’inessenziale sublime sottrazione-di-mondo e della decostruzione-del-mondo certamente sussistente, ma che non c’è più, è in fuga. Quell'eventuanza dell' essere-via non è però un nulla,bensì è la fuga stessa,è transtabile sublyme ontopologico, e allora tale fuga si trova ancora soltanto con l’ab-scissa assentemente presente nell’essere-sublyme o nell'essere la transonanza dinamica transinfinita dell'apeiron nell'arkè, giacché l’essere-sublyme non può essere afferrato concettualmente dall’essere-epigenesi, bensì, al contrario,l’essere-epigenesi si eventua si dà quale essere-sublyme. Per l'eventuanza dell'ontopologia dell'archegete l’essere-sublyme in transonanza si dà in sublatione sublime quale abnegarsi situarsi mostrarsi in pietra, legno, metallo, colore, suono e lingua. Tutti fenomeni dell'ilemorfico che l'archegeta eventua situa mostra entro una morfogenesi. L’ilemorfica in referenza al sublyme è possibile sempre e in qualsiasi momento: disvela le interpretanze dell’essersi, lì l’esserci possiede ogni volta un sua evidenza ideale che si mostra nella sua morfologia, all’interno di tale morfogenesi, in quanto aderente al gegenstand, può esserci la pro-gettanza. 44 Quell’interpretanza dell’essere dell’essente non è attinta dalla sperimentazione del sublyme, però la decostruzione è sublatiome sublyme sempre e in ogni momento, in virtù dell’essere quale essere-sublyme. Si delinei l’essere-sublyme quale alterezza o sublatione estatica, allora con ciò non può intendersi che sia costituito da una ilemorfia, o non solo e non tanto, giacchè il sublyme è transonanza dell'a-ilemorfico o immateriale o transcendenza della purezza dell'ente e del non-ente, quale niente o nulla sublime afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico. Ma cos' è l'ab-scissa della sublatione sublime in transonanza sublime? Insistenti dissonanze? Qualità delle sublimità? Ma cos' è la sublimità? Sublimità dei fenomena noumena? Da secoli sublimità si riferisce alle specifiche caratteristiche musicali di opere in angularity, o in dissonanza, per descrivere la musica sublime o metafisica excstasy, lì si eventua il meraviglioso regno della grazia infinita, la musica quale sublime sublatione della bellezza o sublimità dell'eventuanza nella transonanza. Sublimità è la transonanza tra la paura, o la violenta tempesta, o il pericolo, o l'autentico terrore e l'archegettanza della sublazione ontopologica, è la musica del diluvio sublime. Musica di un tumultuoso uragano, o Tempesta in dinamica sublime, o movimento inaudito, o la stessa violenza della natura o kataclisma sublime. Ma sempre ontopologico nulla sublime afenomenico anoumenico aermeneutico aepistemico, quale eventuanza della transinfinitezza o una grande e sublime sinfonia. L' apprensione lì supera la comprensione, o si dà quale sublatione sublime, dell' esserci nell'excstatica transcendenza. L' incapacità o l'inadeguatezza di fronte al gegestand sublime dell'essere transcendenza si dà in angoscia sublime, o sensazione del sublime o idea del Sublime, o trascendenza sublime quale inesorabile cromodinamica sublime in ascesa, o sublatione sublime dell'archegeta della sublimità: l'apparente consonanza, o l'apparenza fenomenica, si dà in dissonanza, appare quale excstatica dissonanza nella consonanza o lì si situa e si mostra in evidenza. Il misterioso oscillare della transcordanza della transtringa si dà quale differenza ontopologica musicale, o idea della dissonanza sublime che è però la transonanza excstatica che si situa nell'esserci con una sempre nuova e crescente sublatione sublime. Ma chi è la più sublime? La musica sublime o l'estetica musicale è l' estetica dell'excstasi, o la struttura ontopologica fondamentale della sublatione sublime dell'eventuanza dell'essersi. Si eventua lì la sublazione excstatica senza alcuna regolarità o aldilà di ogni regola ben precisa, al di là dell'ordine kosmico o armonioso, ma che si eventui quale sublatione delle preesistenze fenomenali o noumeniche. 45 Accade allora, che l'immaginazione elabori in piena libertà il nuovo senso dell'esserci, quale transinfinitezza della illimitata sublimità. La libertà dell'immaginazione è la sublime ontopologia dell'archegeta che si da quale eventuanza del sublime. Mozart è l'@rchegete sublime o l'archegete dell'ontopologia sublime della creazione estetica excstatica. L'idea estetica fenomenica è una sequenza potenzialmente infinita di pensieri legati da nessi, non tutti logici, o una catena illimitata di pensieri, connessi l'uno con l'altro, rispondenti all’intenzionalità espressiva dell’@rchegete, non sempre situabili e di-mostrabili nel translogos evidente. Per ciò l'@rchegete eventua la sublatione più inquietante o angosciante quella dell'ontopologia sublime, eventuanza sublime che sorge dinanzi a quelle presenze che, pur suscitando orrore, spavento o smarrimento, dispieghino paradossalmente un piacere estetico. L'eventuanza piacevole sorge quando il terrore si attenua e quando l'@rchegete ammiri anche la dinamica sublime potenzialmente minacciosa, o la contempli senza paura e senza orrore, anzi l'evento sublime diventa tanto più attraente per quanto sia spaventevole l'apparenza dell'onnipotenza della natura. Lo stupore che confini con lo spavento, il sacro orrore che si provi alla visione di vertici vertiginosi che si elevino fino nei cieli, di profondi abissi in cui le acque precipitino furiose durante diluvi sublimi, di una profonda e ombrosa solitudine che ispiri tristi meditazioni non costituiscano più un timore, sono soltanto una prova dell'immaginario per l'@rchegete d' essere superiore alla natura kosmica arnoniosa o dissonante in sè e fuori di sè, sia sinfonica sia operistica. Grazie alla presenza del sublime possono essere situate e mostrate, o eventuate in sublatione sublime,dall'@rchegete le sublimi estetiche transonanze musicali. L'evento fondamentale della musica è il suono. Eulero scoprì che il suono musicale sorga da vibrazioni isocrone delle onde d’aria. Tuttavia la divisione del tempo e le proporzioni matematiche non siano percepibili per la loro rapidità o alterezza o alterità o alternanza, la matematica sublime mostra e svela il rythmos delle vibrazioni; la bellezza del suono musicale è già in sè, e la musica, in virtù dei suoi fenomeni sonori compositivi, è arte bella, e non semplicemente piacevole. Si può avvertire l'eco della teoria dell'@rchegete Leibniz per cui la percezione cosciente derivi da una molteplicità infinita di piccole percezioni inconsce: c'è la transinfinità nella transmonade. Ma il suono è per l'@rchegete Leibniz, la transpoiesis di un calcolo matematico sublime inconscio afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico, exercitium arithmeticae occultum nescientis se numerare animi, non riconducibile a regole matematiche nella rigorosità e completezza, ma sempre intrise di paradossalità e ideterminatezza ontopologiche. Il duplice sviluppo, lungo l'asse diacronico della melodia e lungo l'asse sincronico dell'armonia, la dominante del tema dispiegano la sublatione sublime cromodinamica della transonanza musicale. 46 Il tema musicale introduce la coerenza fenomenica noumenica che esprime l'idea estetica della coerenza fenomenale o noumenica epistemica, ma in quanta transfiniti, senza alcun limite e tendenzialmente transinfiniti, così quell'eventuanza consente all'@rchegete di svelare l'ontopolgia sublime, aldilà dell'ideale estetico fenomenale o della bellezza artistica dell’intenzionalità compositiva del musicista. Nella musica l'idea estetica, la presenza delle idee estetiche, può elevarsi fino a diventare sublime, ma con quei fenomena in fondo non si pensa niente, però per il loro variare vivace o per l'alterezza o alternanza e per il movimento cromodinamico si disvela la transonanza sublime. Non è l’armonia dei suoni o delle arguzie o la bellezza fenomenica a fondersi quale sublime, l'armonia kosmica pare sia sempre congiunta armonicamente in un alternarsi di tensioni e rilassamenti delle transtrighe elastiche, o è un movimento dinamico del piacere per un pensiero che in fondo non rappresenta niente, ma eventua un’attesa del sublime. L’attesa potrà essere colorata da una cromodinamica sublime, o gamma illimitata di tonalità transfinite o allusiva, intrisa di sublimi transonanze ove il ritmo musicale possa eventuare la transpoiesis o la sublatione sublime con movimenti sublimi tali da dispiegare la complessa sublimanza della musica, o abneganze pervadenti le strutture ontopologiche delle tematiche: una connessione profonda tra musica e fenomenica dei movimenti cromocronodinamici. Ma in quanto si elevi alla bellezza, la musica pare coinvolgere le idee estetiche e con la sua interna complessità sfugge a qualsiasi paradigmatica epistemica o noumenica o fenomenica: la musica si dà nella molteplicità indeterminata di significati in virtù della morfogenesi dei suoni e delle loro strutture ontopologiche o tematiche sublimi. Il consenso sublime si mostra o manifesta nell'abneganza capace di svelare nel pensiero poetante l'ontopologia della libertà, o la sublime tragedia o la naufragranza eroica e mitica: il sublime si situa nella musica e fonda la possibilità della composizione musicale con sublatione sublime più elevata nella sua astrazione con l'eventuanza dell'essersi, perché la transonanza disvela eventuanze sublimi al di là del fenomenale noumenico epistemico, la musica sublime è la transpoiesis pensante per esprimere l'inesprimibile fantastico o misterico o tragico. Plotino è l'@rchegete della musica sublime quale transvisione ontopologica dell'eventuanza dell'esserci aldilà dell'immagine Platonica, quale struttura ontologica piuttosto che ideale o fenomenale metafisica. L'ontopologia è la transonanza sublime della sublatione dell'essere, la metafisica è la musica della bellezza dell'essere che non c'è o c'è solo nell'oblio. Allora che cos'è la musica sublime? Platone ideò l'enigma: dov'è e com'è la musica che non c'è qui e dalla quale tuttavia la musica che c'è qui deriva e dipenda? Platone intuì che possa esserci là dove il pensiero fluttui, senza sforzo sistemico, senza aspirazioni ontoteologiche ma solo quale eventuanza sublime dell'essersi. 47 Con l'eventuanza del sublime la problematica si sublima: non è tanto importante il fenomeno del vedere meglio il visibile, ma di vedere per la prima volta l'eventuarsi dell'invisibile, o l'invisibilità sublime, quando si scopra o si sveli la statua della dea lei la transmusa del sublime si anima, quale sublatione sublime, verità sublime sempre oltre o aldilà della bellezza ideale fenomenica, anche quando la Verità sublime sfugge sempre, per un soffio sublime o mistico ove si eventui l'excstasi sublime, quale sublatione della suprema verità della transonanza. Eraclito l'@rchegete dell'excstasi della sublatione sublime della Musica-Verità è l'eventuarsi dell'ontopologia sublime, quale transonanza della sublime matematica sublime, o dinamica sublime. Mozart quale @rchegete della transonanza sublime è l'eventuanza della dinamica sublime, o la morfogenesi d'onda o superonda o transonda del caos sublime dinamico, o caosmica sublime. Lì lo spazio-tempo dinamico, le vibrazioni, le trasformazioni, le composizioni o proiezioni, i movimenti di cambio o di pura velocità o di velocità differenziale nello spazio-tempo eventuano la dinamica sublime della singolarità della transonanza: transfibre sublimi di singolarità in transtringhe sublimi dispieganti singolarità morphologiche sublimi. Che cos'è se non l'evento sublime morfologico della transonanza? L'@rchegete eventua lì le meta-forme stabili, o equilibri di stabilità o transtabilità sublimi, più o meno elastiche o singolarità di transfibre di transtringhe sublimi in libertà kromokronodynamis: sublazione degli eventi sublimi o eventi di sublime intensità, colore, densità, morbidezza, leggerezza, rotondità, eventi transonanti nell'evento. Così come il sublyme si dà nel mondo, si eventua nella sua curvatura ellittica o iperbolica o metabolica o nella varietà chiasmale moebiusiana in relatività transmonadica delle singolarità virtuali, altrettanto si risprofonda nella pesantezza della pietra, nella durezza e nella lucentezza del metallo, nella compattezza e nella duttilità del legno, nello sfavillio e nella cupezza del colore, nella transonanza del suono e nella forza virtuosa della parola. Tutto ciò viene in luce per la prima volta nel sublyme, siano gravità, rilucenza, sfavillio, transonanza? O non è invece il gravare del masso e la lucentezza dei metalli, l'excstasy in alterezza e sublatione sublime o la duttilità dell’albero, la luce del giorno e il buio della notte sublime, la fluttuanza delle onde e il bisbigliare tra i rami? Come si potrà nominare o pensare o intuire, quale cognizione di adeguatezza sia tutto ciò? La singolarità virtuosa di quest’insuperabile completezza è la sublatione sublyme e con ciò non si intende il globo planetario, bensì la completezza, la varietà virtuosa di mare e monti, di tempeste ed aria, di giorno e notte sublimi, gli alberi e l’erba, l’aquila e il destriero. Quella sublatione sublyme che cos’è? 48 Ciò che dispieghi transonanza e completezza e tuttavia sia reversibile nel chiasma moebiusiano ontopologico, quale eterno ritorno nell'essere in vista dell'essere sublyme all'indietro e trattenente e custodente quale abnegarsi e cura autentica dell'evento sublime che è dispiegato. La pietra grava, mostra pesantezza e proprio così si ritrae in se stessa; il colore si accende e resta tuttavia chiuso; il suono risuona e tuttavia non emerge nella svelatezza in completezza. Ciò che emerge nel disvelato, invece, è esattamente lo schiudersi ed è l’eventuarsi del sublyme. Tutte le cose rifluiscono nella relativa singolarità virtuale: nell'ontogenesi delle monadi virtuali che si schiudano c'è il medesimo incompreso o non-compreso quale sublyme disvelatezza: qui la sua excstasy, là la dà come ciò che nella svelatezza si eventui sublime. La sublatione della sublymanza non è costituita dall'alterezza nel senso di una ilemorfia, bensì è l'ontogenesi dell' excstaticità instabile o transtabile, eventua il suo schiudersi come l'a-ilemorfia o la ilemorfica ob-scura o l'invisibile infinitesima pre-ilemorfica . Mentre in tal guisa la sublatione della sublymità sveli in sé l'alterezza, getta se stessa nell'excstasy come nel suo schiudentesi fondamento dell'eventuanza sublime; una fondatezza dell'@rchegete quale schiudentesi sempre e in modo conforme o aderente all’essenza, è un fondo abissale sublime. Entrambi gli eventi essenziali nell’essere-sublyme, quali alterezza e apertura e transonanza di mondo è la sublatione sublime, quale custodia o abnegarsi che si schiuda casualmente coniugati nel sublyme e in una referenza conforme e aderente o inerente kategoricamente all’essenza: entrambi sono quello che sono soltanto mentre prendono fondo nell’autentico evento fondamentale dell’essere-sublyme, la sublyme-bellezza, custodisce e cura si mostra e si rivolge nell'alterezza e non teme alcunché di chiuso, di ascoso anzi svela la sublatione dell'a-ilemorfico o a-ente, non ente, niente, nulla afenomenico anoumenico aepistemico aermeneutico. Ma nel suo schiudersi la sublatione sublime si lascia kriptare vuole essere e riprendersi o abnegarsi in sé: non può fare a meno del mondo , se deve risplendere nella transonanza dello schiudersi e del trattenersi: si è nella contesa in contrastanza eristika, quella contesa è l’intimità della transinfinitezza nell'archè quale sublyme evento della sublatione è al contempo l'eristika, poiché il sublyme nel fondamento della sua determinazione è eventuanza in contrastanza, è l'evento che accende e custodisce la contesa o l'eristika sublyme nella contrastanza. Poiché l'evento fondamentale dell’essere-sublyme è l'eventuanza eristica in contrastanza, perché la sublatione del sublime, nel fondamento del proprio essere, dev’essere excstasi sublime in contrastanza eristika? In quale evento c'è il fondersi essere-sublyme? Quella è l'eventuanza del sublyme? 49 Il sublyme, quale eventuarsi in contrastanza eristyka, è prioritariamente e completamente presso di sè, solo in dispieganza è autenticamente in ekstasy sublyme. Come accada l'eventuarsi di quella contesa? L’oscura asprezza e l’attrattiva pesantezza, la sua irrisolta impellenza e il suorisplendere quale sublatione sublime è la dissipantesi durezza del suo schiudersi. Ed è di avere limite nel taglio di contorno, nel taglio verticale e nel taglio orizzontale. Mentre schiudentesi deve venire l'autoevento nell’aperto, quella eventuanza sublime si dà intagliata, limitare tratteggiante . Qui, nel tratto fondamentale dell’essere-sublyme quale contenzione in contrastanza eristika, risiede il fondamento della necessità e relatività anamorfica o morfologica. Senza svelare ora l’origine della morfologia: quale evento si disveli in quella contenzione della contesa in eristika contrastanza? In tanto il sublyme è sublatione o contenzione in contrastanza, in quanto excstatizza, aprendosi in un mondo. Ma quella excstasi della sublatione sublime spinge dentro, sospinge innanzi il sublyme e gli dà la transonanza in una transradura. È l'ontogenesi entro cui l'alterezza è sublatione sublime schiusa in modo conforme o aderent